08.2009 – Giottissimo!

La televisione mi fece vedere gente arrabbiata che rompeva tutto, insultava stoici tutori dell’ordine, comunicando così il loro odio feroce, in preda ad un delirio collettivo. Ma io già al tempo avevo barattato i miei occhi da latte, acquisendo la capacità di scostare quei veli che spesso si frappongono fra un osservatore e un fenomeno.

Ciò che muoveva tutta quella gente non era la rabbia, bensì la speranza, la possibilità finalmente di fare qualcosa di concreto, smetterla di rimanere attoniti e frustrati nelle proprie insignificanti vite a guardare, sentendosi impotenti, nella propria consapevolezza di non poter far niente. La gente si alzò in piedi inebriata da un’invincibile voglia, sentendo chiara nel petto l’importanza del momento. Quello: Era il momento per cambiare le cose.

Vivere la società umana in una nuova concezione, liberarsi dalla meccanica newtoniana che da più di due secoli ci imprigiona nell’ evo industriale. OPERARE UNA RIVOLUZIONE DELLE COSCIENZE.

Sappiamo tutti com’è andata.

Oggi siamo ancora qui, non è cambiato nulla, tutta quella gente (meno una) è tornata alle proprie insignificanti vite, io impantanato nella mia, voi nella vostra. Un altro vertice è passato, e una volta in più il popolo non ha potuto dire la sua. La scelta stessa del luogo in cui è stato fatto, rivela la voglia che questi dirigenti hanno di comunicare con i popoli che governano.

Qualcuno aspetterà paziente i risultati delle decisioni prese, altri, più ansiosi, nuovi momenti di rivoluzione. Ma d’altra parte, il cuore è più lento della vita.

Giorgio Po

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