“Se ne sta impennato Artico cavalcando il pegaso splendente.”
Gli occhi mascherati alla bene e meglio con giunchi le dita a dorso imponendo un fusto coi gomiti tesi. Tutto per ostentare la sua ferma stabilità da non concedere neppur un palpito delle ciglia, poiché se avanza sol solo un passo, un tumulto universale si scatenerebbe all’istante e una bolgia sarebbe finché il suo moto non sarà terminato.
Artico (100×80 olio su tela) 2009
Il tempo scorre, ci hanno fissato un’apocalisse, anche fuori dalle occorrenze la paura di un collasso globale è radicata nel collettivo. La possibilità di una rotazione dei poli in questa trottola spaziale chiamata Terra. Artico che se ne sta impennato cavalcando il pegaso splendente rappresenta il polo, dio pagano, l’asse terrestre che seppur di poco può oscillare come un palpito di ciglia, con un grande passo provocherebbe folgori d’alluvioni e maremoti, deflagrazioni.
Dicono di averlo visto trottare per aggiustar le mosse di Atlante da una gobba all’altra, anche se in realtà nulla si era mosso.