Davanti all’impossibilità di un pensiero originale, nella vicissitudine intrinseca delle membra scordo le infiltrazioni cuturali Per e nel fluire costante di elementi rappresi vuoti d’immagine Brulli e mesti d’opinione che a cultori di categoria riecheggiano noti d’intenti vituperando nell’orgoglio La casta disposizione al baluginare dell’anima il suo trascorrere modale d’istinto seguace spettro della ragione. Mi hanno accusato di non citare le mie fonti mi hanno tacciato d’ignobile ignoranza per non averle conosciute tutte forse erano solo buoni consigli, o scambi d’opinione. Vorrei scusarmi comunque perché non mi riesce nella deflagrazione a terra d’immagini una metempsicosi nominale. Allora lascio a chi s’intende d’anagnosis quel greve compito di catalogo che non mi preme, giacché come natura crea l’artefatto s’ingegna ed alle scintille d’inerzia in coro si sprecano come al sole la pia candela. Lungi di superbia la voce tal che d’impotenza altra al reale S’impone vispo il boja del tempo.