A Zacinto – Ugo Foscolo
Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e féa quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio,
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra, a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
ritratto di Ugo Foscolo
///EROINA
Né – ù – nai tocche – no! – le sacche cosce
ovo il mio torvo fringuelletto nacque
Giacinto mia, che ti spruzzi le borse
del Genoa da cui vincere … gnagne
Vedi che? e fai quelle coliche l’onde
col suo primo vicino, onde – non – acque
le tue aquile nibbi e le frasche reali
l’inciso verso di colui che l’acqua
costò Pantani, ed il diverso idillio,
per cui bello di fame e te, svenuta,
baciò la sua Petrarca Itàka – oh issa.
Tu non salto che l’altro ahi ahi del foglio
matematica terra, a noi percosse
fossato inturgidita sedia scura.
///COCAINA
Non più vi cercherò, mie belle donne!
e senza il mio consenso! meglio picche!
Zacinto mia, che me la fai snasare di continuo
e che ti piace farti offrire cene da ‘sto scemo!
Facile uscire come un’isola di Pasqua
con quei cazzo di sorrisi totemici
i tuoi stupidi amici e quelle cosce,
meglio un chirurgo per schiacciarsi i brufoli
cantò Fossati, ho preso un abbaglio, VA BENE?
Per cui bella la macchina e ‘sta minchia tanta
ma la gnocca è ancor lontana – Itaca ed Ulisse, C’HAI PRESENTE?
Tu non altro che la Salsiccia avrai di questo scemo
o porca di quella fetida maiala, E TI VA DETTO!
che sei una bagasciona profumosa e basta!
///ALCOOL
Né più mai toglierò le tue mutande
ove il tuo amore caldo caldo giacque
Giacinta mia, che mi ritorni in mente
e sempre sempre sempre sempre sempre
(CORO: lo vedi come sei? Lo vedi come fai?) le donne
(CORO: agli altri gliela dai, a me non la dai mai!) le donne
le gote finemente petrarchesche
e quelle chiare vecchie e dolci acque
come mi tratti male, ci vuole coraggio
per ballare e Simona Ventura lo sa
con la sua isola famosa, il papa ed Aldo Busi.
Sei come un caldo coltello nel tonno
hai presente? La terra in bocca tutta scura
ma almeno … dove ho messo la cintura?
///LSD
Né più mai toccherò LE MOSCHE MORTE
ED UN CONIGLIO GIGANTESCO! Giacque
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere e SANTA CLAUS, MALEFICHE RENNE
ED UN GRANDE CONIGLIO, onde non tacque
le tue limpidi nubi e QUELLE ORDE,
GIGANTESCHI CONIGLI colui che l’acque
cantò fatali ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e la ZANZARA
DIVORATRICE MI SUGGE LO SPIRITO Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai VAI VIA, CONIGLIO!
DALLA CECENIA INTERNA a noi prescrisse
il fatto illacrimata ZANZARA OMICIDA!
///ECSTASY
Né più mai (coro: le sacre sponde!)
Toccherò! (le sacre sponde!)
Né più mai (Toccherò!)
LE SACRE SPONDE
CHE TE SPECCHI NELL’ONDE (Né più mai)
E LE TUE FRONDE (Né più mai)
Né più mai
Né più mai
Né più mai mai mai!