La futurizzazione del presente, la bellezza della velocità e dei cambi di tempo, la loop station che con i suoi pattern e le sue sovraincisioni destruttura la forma-canzone e diventa più bella della Vittoria di Samotracia. Il tempo e lo spazio muoiono oggi con GLOSS DROP, nuovo capitolo dei Battles. Quattro anni dopo MIRRORED, la novità nel nuovo album è la defezione di Tyondai Braxton, probabilmente la ragione principale per cui Gloss Drop suona più grezzo e spigoloso, molto meno geometrico e controllato del precedente. Il nuovo trio traccia le nuove linee del rock del futuro, facendo sgorgare cascate di suoni e riff di natura aliena. Il singolo “Ice Cream” realizzato in collaborazione con Matias Aguayo, (nuovo talento della Warp records) è una giostra di colori e suoni nella quale l’ascoltatore non può che rimanere basito di fronte a tanta magnificenza. “Wall street” invece è la metafora della vita frenetica della city newyorkese, in cui i broker vendono l’anima al diavolo avvalendosi di un codice linguistico sconosciuto. Echi di Stravinskij, di balletti di Djaghilev e di Frank Zappa, che non per niente del compositore russo era grande fan. Un disco che stravolge i canoni del rock odierno tracciandone probabil- mente le linee guida per i prossimi dieci anni. Se i Radiohead sono i Pink Floyd degli anni Novanta, i Battles lo sono sicuramente di questi anni Zero.
Gloss Drop:
01 Africastle
02 Ice Cream [ft. Matias Aguayo]
03 Futura
04 Inchworm
05 Wall Street
06 My Machines [ft. Gary Numan]
07 Dominican Fade
08 Sweetie & Shag [ft. Kazu Makino]
09 Toddler
10.Rolls Bayce
11 White Electric
12 Sundome [ft. Yamantaka Eye]
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