Motorpsycho and Ståle Storløkken
The Death Defying Unicorn (A Fanciful And Fairly Far-Out Musical Fable)
A distanza di due anni, tornano i Motorpsycho con un nuovo, mastodontico, album: The Death Defying Unicorn. Coadiuvati da Ståle Storløkken, già nel progetto Supersilent, e dalla Trondheim Jazz Orchestra, la band norvegese si tuffa nel più ambizioso progetto della loro nutrita discografia, composta da ben quindici album studio e un numero non precisato di Ep.
A scanso di equivoci, The Death Defying Unicorn è un disco difficile, non immediato che richiederà ben più di un ascolto prima di essere assimilato e apprezzato. Spalmato su due CD/LP, The D.D.U è l’ultimo capitolo della trilogia, cominciata con Little Lucid Moments e continuata da Heavy Metal Fruit, dedicata al progressive rock di matrice canterburiana in cui jazz, rock e classica si agitano in un maelstrom wagneriano grazie anche al lavoro, eccellente, dell’orchestra di Trondheim. Un disco pieno, con degli episodi di altissimo livello, basti ascoltare la Crimsoniana Into The Gyre, in cui il drumming di Kenneth Kapstad ricorda nell’incedere il miglior Wyatt, oppure Oh Proteus – A Lament in cui, il già citato Wagner, esce in tutta la sua maestosità. C’è anche spazio per il prog caciarone di Mutiny! in cui fa capolino la citazione di Changes degli Yes, senza però cadere nella banalità di quel prog anni novanta di cui non sentiamo, in nessun modo, la mancanza.
The Death Defying Unicorn è il miglior disco dei Motorpsycho dai tempi di Phanerothyme con cui non condivide nulla, se non la bravura e la perizia che da sempre contraddistingue la band norvegese.
Tracklist
Side A:
Out Of The Woods
The Hollow Lands
Through The Veil, part 1
Side B:
Through The Veil, part 2
Doldrums
Into The Gyre
Flotsam
Side C:
Oh, Proteus – A Prayer
Sculls in Limbo
La Lethe
Oh, Proteus – A Lament
Side D:
Sharks
Mutiny!
Into The Mystic
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