Cuneiform, 2011
Uscito al calar del duemilaundici, Tres Cabeças Loucuras è il terzo capitolo della saga brasiliana del cornettista di Chicago, iniziata nel duemilasei con Sauna, Um, Dois, Tres.
Accompagnato dai sempre ottimi Takara, Ribeiro e Granado e coadiuvato dai chicagoani John Herndon e Matthew Lux, Rob Mazurek trascina l’ascoltatore prendendolo per mano in un viaggio a ritroso, ripercorrendo sentieri tracciati la prima volta più di quarant’anni fa da esploratori che portano il nome di Gilberto Gil, Caetano Veloso e Os Mutantes.
Tres Cabecas Loucuras è un album melodico, quasi “cantabile” e ci si accorge delle differenze con il suo predecessore, The Principle of intrusive relationships, dall’incipit quella Jagoda’s dream che ti fa venire voglia di toglierti le scarpe e ballare. La componente post-rock “mazurekiana” affiora in episodi come Six Six Eight ma la protagonista assoluta del disco è la componente danzereccia, che esplode prepotentemente in brani come Just lovin, Carambola e la già citata Jagoda’s dream.
Il Tropicalismo come non te l’aspetti o come te lo saresti immaginato, il Gilberto Gil di Expresso 2222 con gli Art Ensemble of Chicago di Nice Guys… Un musicista sorprendente Rob Mazurek che dopo Double Demon con i suoi Starlicker e Calma Gente conclude un duemilaundici da sogno.
Tracklist: 01. Jagoda’s Dream; 02. Pigeon; 03. Carambola; 04. Colibri; 05. Just Lovin’; 06. Lado Leste; 07. Six Six Eight; 08. Rio Negro.