Erano un supergruppo coi fiocchi i Craxi.
Nati quattro anni fa dall’incontro di Enrico Gabrielli, Alessandro Fiori, Andrea Belfi e Luca Cavina, i Craxi dopo alcuni (pochi) concerti e qualche festival decidono di comune accordo che l’esperienza doveva concludersi e che non avrebbe avuto continuazione. Si chiudono quindi dentro lo Studio 75 di Milano e fissano a imperitura memoria le undici undici tracce lì composte e che teniamo ora tra le mani.
Registrato totalmente in presa diretta nel 2010 e mixato dalle sapienti mani di Tommaso Colliva, Dentro i battimenti delle rondini è la vittoria del buon senso, perché sarebbe stato un delitto gravissimo non dare testimonianza “scritta” di questo progetto. Un mix tra il post-punk dei Gang Of Four, la no-wave americana dei Pere Ubu e John Zorn, in cui quattro, mostruosi, musicisti si divertono e danno libero sfogo alle proprie pulsioni sonore senza limiti e senza pressioni.
Sarebbe totalmente superfluo disquisire sull’assoluto valore degli interpreti di questa prova, ma la prestazione di Fiori alla voce merita una menzione particolare. La sua voce, a metà strada tra David Thomas e il più schizofrenico John Lydon, è il vero strumento in più dei Craxi: flirta con la chitarra elettrica quasi sfidandola in Santa Brigida, sembra un sax in Se me lo chiedi dolcemente ed è rassicurante, come un faro nella tempesta, nella malata Dentro i battimenti delle rondini.
Rimane il rammarico di non averli visti dal vivo, certo, ma poterli ascoltare e ammirare su disco non è una magra consolazione, anzi… è una meravigliosa fortuna.
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