Vasco, io non ci casco

La possibile vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni potrebbe portare a Roma Vasco Errani, aprendo così l’interrogativo su chi dovrà prendere il posto del governatore nella gestione dell’emergenza terremoto in Emilia.

L’ipotesi non è per nulla remota. Il Presidente della Regione E-R gode di un’ottima popolarità bipartisan all’interno del PD: durante il comizio dei “blues brothers”, Bersani e Renzi, nel capoluogo toscano, era proprio il sindaco di Firenze a manifestare la sua stima verso una persona che “anche nei momenti più duri dello scontro per la leadership del centrosinistra, ha avuto il grande merito di mantenere aperto il dialogo tra i due principali contendenti” riferendosi proprio a Errani.

Sulla possibilità di vedere il Presidente della Regione seduto tra i prossimi ministri in Parlamento, è ancora più netto il candidato premier Pierluigi Bersani: “È una riflessione che sto facendo, non lo nego” ha dichiarato meno di sei giorni fa il segretario del PD in visita nelle zone terremotate.

Rimane da capire, qualora Errani si dovesse trasferire a Palazzo Madama, chi sarà in grado di prendere il suo posto in via Aldo Moro. Non si tratta solo di stabilire politicamente chi dovrà presiedere la giunta regionale. Errani infatti, oltre a essere Presidente della Regione, è anche Commissario straordinario per l’emergenza terremoto in Emilia: più volte i sindaci dei paesi colpiti dal sisma hanno difeso l’operato del commissario, trovando nella sua persona il loro migliore alleato per far sentire la propria voce al governo centrale.

Con la sua partenza per la capitale, verrebbe a mancare il principale punto di riferimento delle amministrazioni locali e questo fatto avrebbe certe ripercussioni sulla continuità di azione svolta da Regione e Comuni che stanno faticosamente tracciando il percorso verso la ricostruzione.

Chiunque prenderà il suo posto dovrà avere necessariamente una visione di insieme della situazione regionale – che non si riduce al solo territorio emiliano ovviamente – e per la bassa emiliana dovrà, tanto per dirne una, riuscire a districarsi in un labirinto di ordinanze e atti per la ricostruzione. Compito non semplice, se si considera che Vasco Errani è al suo terzo mandato come Presidente, e conosce alla perfezione l’apparato amministrativo regionale che lui stesso ha contribuito a plasmare.

Dell’impegno di amministratori locali a Roma in casa PD se n’era già parlato al tempo delle primarie. Se su Gian Carlo Muzzarelli, attuale assessore alle attività produttive in Regione, sono state fatte non poche pressioni per far rientrare una sua possibile corsa alle primarie che avrebbe quasi certamente vinto, anche il segretario del PD modenese Davide Baruffi era convinto che amministratori locali dovessero rimanere sul territorio per affrontare i bisogni dei cittadini. Insomma, il messaggio era chiaro: prima della carriera politica si devono onorare gli impegni presi sul territorio. Si chiedeva quindi un atto di coerenza e di responsabilità agli esponenti del partito: in effetti, a eccezione del sindaco di Crevalcore Claudio Broglia, nessun sindaco o esponente locale del PD si era candidato.

È vero che con la fantapolitica non si va da nessuna parte, ma è anche vero che il protagonista delle voci di questi ultimi giorni – oggi chiuderà con Renzi la campagna elettorale a Bologna, evento che “profuma di ministero” per il Governatore, così come scrive il Resto del Carlino – lascia più che uno spiraglio aperto a un’ipotesi di governo. In un’intervista al Corriere, lo stesso Errani non conferma né smentisce un suo probabile impegno a Roma “Sono qui e sto facendo il mio lavoro”. Vedremo ancora per quanto. 

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