In occasione della Giornata mondiale del Libro, mumbleduepunti ha proposto ai suoi lettori e collaboratori un nuovo esperimento di scrittura collettiva. O meglio, di lettura collettiva.
Vi abbiamo invitati a inviare micro-recensioni dei vostri libri preferiti, senza nessuna restrizione di genere o tematica. Unica regola: non superare le mille battute (spazi inclusi).
Il risultato? Tanti brevi consigli dai nostri lettori, per i nostri lettori.
La bella stagione è alle porte, con i suoi parchi e le sue copertine, quindi prendete e leggetene tutti! E se l’iniziativa vi piace, continuate a mandarci piccoli assaggi delle vostre letture, saremo felici di condividerle.
ANGELO – Dario Bellezza, Garzanti (1979)
È arrivato per posta, incartato con quella carta velina che a scuola usavamo per ricalcare. Ingiallito come si addice a un vecchio libro. Con una dedica, anzi una stroncatura firmata Elsa Morante. Lo volevo rileggere per testare i ricordi, sapere quanto il tempo cambia le cose e ho avuto una certezza: certe cose non cambiano. Angelo di Dario Bellezza. Lo avevo letto nel ‘79. Parla di amore oltre, totalizzante nel bene e nel male. L’ho riletto per cercare il non scritto, l’ho prestato, ed è sparito. Dopo più di trent’anni, ho capito cosa ha rappresentato per me. Bellezza ci ha messo la realtà di un mondo che mi era accanto, mi attraeva, ma dal cui abbraccio fuggivo, probabilmente per inconscia autodifesa. Credo sia stato il primo a scrivere di tanta vita che corre a pieno verso la fine. Ho tanti Angelo nella memoria. Li ho rivisti tutti, particolari di vite bruciate dal viverle troppo. A loro volevo e voglio bene, non è un caso che la necessità di rileggere Angelo si sia accesa quando la morte stava per entrare nella mia casa. [Antonella Iaschi]
ARMAGEDDON RAG – George R. Martin, Gargoyle Books (2013)
L’ex manager di uno dei gruppi più famosi del Sessantotto, viene ucciso. A indagare sul caso, è lo scrittore Sandy Blair, che intraprende un viaggio, in cui ritrova anche il proprio passato. Blair viene poi coinvolto nei piani di un megalomane che intende recuperare il sogno di una nuova rivoluzione; piano che sfocerà in un finale “apocalittico”, “che fa molto americanata”. Il romanzo è il gioiello di un maestro: George Martin che, accantonato momentaneamente il fantasy, crea un’opera curiosa (inizialmente snobbata), in cui il thriller si fonde al mistery, non disgiunto dall’osservazione di una società che nel tentativo di trasformarsi, non è cambiata. L’autore parte dalla musica che ha fatto epoca, per approdare alla disco-music; da qua la considerazione del fallimento di un sogno, come mostrano le vicende dei protagonisti. Anche se, malgrado tutto, una possibilità di redenzione c’è, ben oltre l’utopia. [Roberta De Tomi]
BLACKOUT – Gianluca Morozzi, TEA (2007)

CERCASI UOMO… LIBERO POSSIBILMENTE – Nuccia Isgrò, Festina Lente Edizioni (2013)
Cercasi uomo… libero possibilmente di Nuccia Isgrò (Festina Lente Edizioni), narra le avventure semiserie di Concetta che si ritrova sola a cinquant’anni dopo un divorzio non voluto. La donna vuole essere più trendy e con i consigli “mal dispensati” delle amiche di sempre, prova a cambiare sia fisicamente che psicologicamente. L’autrice conduce per mano il lettore in questa fase di restyling, i cui risultati sono quasi sempre approssimativi, non solo per le situazioni che si creeranno ma anche per una inconfessata voglia di non cambiare della protagonista. Romanzo esilarante dalla scrittura scorrevole e piacevole, porterà il lettore a voler conoscere se l’uomo così tanto agognato diverrà reale o resterà solo un miraggio. [Angelo Laquidara]
IL DOTTOR ZIVAGO – Boris Pasternak, Feltrinelli (2003)
Cosa ricordo di te? Il sole, e il suono delle onde mentre leggevo di neve e rivoluzione, e pensavo – in fondo anche la mia è rivoluzione. Mi ricordo i sassolini grigi della spiaggia mentre ti leggevo gridare al vento, di disperazione e solitudine. E ti facevi dottore, dopo tanti anni. Avevo un costume verde e le unghie dipinte dello stesso colore, e quando mi alzavo per tuffarmi ti nascondevo bene sotto l’asciugamano, che nessuno ti vedesse, fosse invidioso della nostra rivoluzione e ti portasse via. Mi ricordo di lui come lo trovai descritto nelle tue pagine, una linea inimitabilmente semplice e netta. “L’aveva tracciata il creatore, e con quel divino disegno l’aveva consegnata alla sua anima, allo stesso modo in cui si avvolge stretto in un asciugamano un bimbo appena levato dal bagno”. Poi la neve chiama neve, e l’inverno è arrivato anche per me. Non ho avuto il coraggio di buttarti nella spazzatura, e nemmeno quello di sfogliarti ancora. Resti a prender polvere su uno scaffale. [Lou Del Bello]
IN TERRITORIO NEMICO (1) – Scrittura Industriale Collettiva, Minimum Fax (2013)
IN TERRITORIO NEMICO (2) – Scrittura Industriale Collettiva, Minimum Fax (2013)
In territori nemico, appena uscito per minimum fax, è il primo romanzo a 230 mani della storia. 115 autori, dunque, e ho il piacere di conoscerne una: quando a volte lei mi diceva che doveva tornare a casa “per mandare le schede SIC”, non capivo bene cosa stesse facendo, se fosse entrata in qualche setta bizzarra o in qualche società piramidale. Ora che invece ho sott’occhio il risultato di quei tre anni di lavoro capisco come mai era così presa: in modo che si potrebbe dire forse, anzi sicuramente, miracoloso, da quelle “schede” di lei e degli altri 114, è uscito un romanzo storico esaltante che continua l’eredità di Beppe Fenoglio e Giovanni Pesce, rendendola anche moderna e “pop”, ma senza dimenticare la letteratura, tant’è che è facile ravvisare una spruzzata di Kafka nelle vicende di quel malato di mente dell’ingegner Aldo Giavazzi, sicuramente il mio protagonista preferito. [Kabuto]
IN TERRITORIO NEMICO (3) Scrittura Industriale Collettiva, Minimum Fax (2013)
La seconda guerra mondiale divide marito, moglie e cognato, sparsi in un’Italia a pezzi e impossibilitati a comunicare tra loro. Sembrerebbero tre storie diverse, ma in realtà sono una: quella di un’Italia massacrata dal nazifascismo. Il Giavazzi, il marito, avvita la sua esperienza su se stesso fino alla follia. Adele, la moglie, vive e scopre a Milano un universo sociale sconosciuto, vi si cala fino in fondo e diventa gappista, partigiana di città. Matteo scopre in quegli anni terribili che la Patria si può servire e onorare combattendo con i senzadivisa e dei senzagradi, tra il popolo e per il popolo. 8 settembre 1943/25 aprile 1945 sono le date che racchiudono i tre percorsi di vita. Date che la memoria degli italiani ha in gran parte rimosso: la virtù italica di ricordare e insegnare nelle scuole il luogo di nascita di Hammurabi o la data di fine del Medioevo, è volta a seppellire nell’oblio la nostra storia, quella dei nostri padri, dei nostri nonni. In territorio nemico ci trascina con i suoi personaggi in luoghi dove quella storia si è trasformata in pilastri per la nostra democrazia nata dopo l’evento bellico, suscitando una riflessione che ci costringe a considerare quanto sia bello oggi difendere quella democrazia nata da tanto sangue. [Giovanni Olivieri]
IN TERRITORIO NEMICO (4) Scrittura Industriale Collettiva, Minimum Fax (2013)
Ci son volute 115 persone per scrivere In territorio nemico. Con così tante teste, poteva uscire un pastrocchio, ma non è successo. Anzi, alla lettura ha un suo stile e lo mantiene dall’inizio alla fine. Dentro si raccontano tre possibili vite di guerra: un soldato che diserta e diventa partigiano per poter ritrovare sua sorella a Milano; una donna che viene abbandonata dal marito, perde tutto e si ribella vendicandosi della situazione e del nazifascismo; il marito, che la guerra ha voluto evitarla e si è nascosto. Ogni pagina del libro è ricca di spunti e idee, i personaggi hanno tutti una loro personalità e si fanno amare. Queste storie di resistenza e guerra ricordano ancora una volta che in tanti hanno dato tutto per l’Italia e che la guerra porta l’uomo a un livello di violenza e sadismo che mette paura e vergogna. [Luciano Xumerle]
LA BIBBIA – AAVV, San Paolo Edizioni (2010)
Un libro fatto di tante storie. Gente di età impossibili, grandi barconi pieni di animali diversi, uomini che fanno trucchi di magia da far impallidire il buon vecchio David Copperfield. Un libro che vale la pena di sfogliare, anche solo per trovare frasi da citare con numerazioni misteriose come status di facebook. Ma anche perché dentro ci sono delle storie di baci. E di una torre altissima che fece incazzare l’onnipotente che, in quanto tale, decise di raderla al suolo. E per fortuna che lo fece, se no oggi sarei disoccupata. [Luna Malaguti]
LE VERSIONI DISTANTI – Edward Bellamy, Secondavista Edizioni (1887)
Aprile dolce dormire: meraviglioso esempio di saggezza popolare. Ciò che conta però è riuscire a sciogliere l’abbraccio di Morfeo per non correre il rischio di svegliarsi, dopo un sonno centenario, nel futuro distopico immaginato da H.G. Wells ne Il risveglio del dormiente. Decisamente migliore la sorte di Julian West, che dopo 113 anni passati sotto le coperte scoprirà nel 2000 un mondo migliore, all’insegna dell’equità sociale. Già, Edward Bellamy era ottimista, ne Le versioni distanti fa trovare pure l’amore della vita al suo eroe. Amore che troverà anche la bella principessa che dorme un secolo nel bosco, scoprendo però di essere stata violata e ingravidata dal futuro sposo mentre era inerme: Giambattista Basile non possedeva certo l’animo romantico di Bellamy. Svegliarsi dopo un lungo letargo riserva sorprese: Buck Rogers diventa un eroe galattico, Fry in Futurama si conferma fattorino, Woody Allen affronta un regime totalitario guidato da un naso (Il dormiglione) e Mel Gibson scopre i piaceri della gerontofilia (Forever Young). Nessun dubbio, il futuro di Bellamy ha ben altro spessore, perché è il nostro passato e leggendolo possiamo riflettere su cosa abbiamo sbagliato per meritarci il mondo imperfetto in cui viviamo. [Emiliano Rinaldi]
LUSSURIA – João Ubaldo Ribeiro, Beat Edizioni (2011)
Arretratezza, arretratezza! Parole che fanno da corollario alle tesi della protagonista e narratrice, CLB, sessantottenne che consegna un manoscritto a João Ubaldo Ribeiro, tra i massimi esponenti della letteratura brasiliana, in procinto di scrivere un libro sulla lussuria. Da questo pretesto letterario, parte il racconto di una vita straordinaria e scandalosa. Dal punto di vista delle prestazioni erotiche, l’eccesso è già stato sperimentato da De Sade, nel lontano Settecento, proponendo anche, con le 120 giornate, una visione porno-splatter ante-litteram; riproposta da Lawrence, Nin e Bukowski, per poi proliferare negli ultimi anni con racconti e romanzetti erotici più o meno soft e discutibili. Ma quella di Ribeiro è uno scritto corrosivo, una serie di avventure in cui la pansessualità diventa occasione per riflettere sull’ipocrisia della società, eretta su illusioni precostituite relative alla natura umana. [Roberta De Tomi]
PARIGI PER SEMPRE – Antonella Iaschi, Papavero Giallo (2009)
Un libro chiaramente autobiografico che si snoda tra gli arrivi e le partenze di quella grande stazione che si chiama vita. L’amore è il tema principale, si respira, si vive, si accarezza e duole, prestandosi a essere raccontato con la forza della sua violenza. I personaggi entrano ed escono dalle storie come i giorni che passano, accompagnati dall’ansia delle attese. Parigi è sempre presente in un sottofondo di poesia, quasi a riempire con i sogni quel che resta del giorno. [Stefano Flore]
POMODORI VERDI FRITTI AL CAFFÈ DI WHISTLE STOP – Fannie Flagg, Sonzogno (1992)

STORIE DI CRONOPIOS E DI FAMAS – Julio Cortázar, Einaudi (2005)
(a cura di Luna Malaguti)