Allarmati da titoli teterrimi dei media italiani sulla precarietà democratica in Ungheria, dove nel 2010 la destra ha conquistato i 2/3 dei voti e guadagnato il potere di cambiare la Costituzione, abbiamo chiesto lumi al dott. Gabor Suranyi da Budapest, voce indipendente e amico*.
Sono sicuro che si sentano molte notizie riguardo all’Ungheria sui media internazionali. Onestamente, non rendono giustizia al nostro paese. Non fraintendetemi: sono fortemente contrario a quello che sta succedendo in Parlamento da molto tempo.
Ecco come vedo la situazione: la politica ungherese ha sempre diviso la società in due. Da quando è cambiato il sistema non c’è stato un solo buon governo. Questo è andato a sommarsi con i livelli altissimi di debito nazionale, congestionato dal sistema precedente, e al livello relativamente alto di corruzione (per quello che ho visto, il livello di corruzione ungherese è simile a quello italiano).
Per questo, l’ungherese medio è disgustato dalla politica e continua a votare contro il partito attualmente al potere e non per qualcosa che ritiene migliore. In tutta onestà, la mia opinione è che non ci sia niente di buono né nella destra né nella sinistra ungheresi. Sono entrambe populiste e non molto professionali a livello di politica specializzata. In occasione delle ultime elezioni, nel 2010, la gente era così scontenta della sinistra al governo che ha eletto la destra con più dei ⅔ dei consensi.
Perciò ora hanno il potere di cambiare tutto, dalla Costituzione alle leggi più restrittive. E non hanno paura di farlo. In pratica, fanno di tutto per rafforzare la propria posizione e rimanere al potere più a lungo possibile, modificando tutto quello che possono. Inoltre, fanno un sacco di danni con le loro decisioni impreparate, professionalmente sbagliate e prepotenti. Prendiamo una qualsiasi dello loro nuove leggi: non sono del tutto inaudite nella pratica di altri paesi europei, ma sono a favore di una regressione verso uno stato più controllato e meno democratico.
Ma non c’è da temere: l’Ungheria non sta per trasformarsi in una dittatura o uscire dall’UE. Passo dopo passo, diventerà un posto peggiore in cui vivere. Sfortunatamente, l’UE è troppo lenta, troppo burocratica e troppo debole per imporci nulla. Questo potrebbe essere un bene o un male, ma significa che dovremo gestire da soli i nostri problemi.
Spero che un governo così terribile porti alla formazione di nuove opinioni nel ventaglio della politica, meno connesse con il sistema attuale o quello precedente. Forse non succederà prima dell’anno prossimo, al momento delle elezioni, ma si spera che accada prima delle prossime.
Dobbiamo tenere duro fino a quel momento e scendere in piazza ogni volta che non siamo d’accordo con qualcosa che succede.
*Traduzione: Luna Malaguti