Il Parlamento rimanda gli F35, ma è come se dicesse sì

Le larghe intese PD-PdL hanno approvato a maggioranza la mozione che impegna il governo sugli aerei più controversi del momento

Le larghe intese PD-PdL hanno approvato a maggioranza la mozione che impegna il governo sugli aerei più controversi del momento, accontentando di fatto il ministro della Difesa Mauro, famoso per ossimori come “Per amare la pace, bisogna armare la pace”, che considera i cacciabombardieri di 5a generazione fondamentali per la sicurezza nazionale.

In aula al Senato si sono votate 4 proposte di intervento da parte del governo e 3 di queste, presentate da SEL, M5S e un gruppo di parlamentari del PD (Casson ma tra gli altri anche Puppato e Corradino Mineo) chiedevano sostanzialmente la stessa cosa: “sospendere immediatamente la partecipazione italiana al programma di realizzazione dell’aereo JSF/F35”. Ma è stata l’ultima mozione, presentata da Zanda (PD) e Schifani (PdL), a essere approvata.

La mozione Zanda impegna il governo a fare tre cose: spingere gli altri paesi comunitari verso un apparato di difesa condiviso e unico, a rispettare l’articolo 4 della legge 31 dicembre 2012, n. 244 e a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione di F35 senza aver consultato il Parlamento.

Il primo punto potrebbe essere annoverato tra le buone intenzioni che tutti i cittadini europei dovrebbero auspicarsi. Un esercito UE farebbe risparmiare ai singoli stati milioni di euro di spese per il mantenimento dell’esercito e potrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere una spinta per una politica estera europea più incisiva e condivisa su questioni di importanza globale, come, ad esempio, la situazione che sta vivendo il popolo siriano. Se ne riparlerà, comunque, tra non meno di 50 anni.

Gli altri due “impegni” in realtà sono delle non-decisioni. Nel primo si chiede al governo di rispettare un articolo che dice esattamente cosa viene ribadito nel punto seguente: le spese militari devono essere sottoposte al vaglio del Parlamento che le deve approvare.

In buona sostanza, il Parlamento ha rinviato la decisione sugli F35 (o almeno, su quelli che verranno “ulteriormente” acquistati, perché di F35 già in pagamento ce ne sono) addirittura riapprovando una decisione che è già legge. Di più: oggi il Parlamento, bocciando le altre mozioni, ha di fatto compiuto un altro passo in avanti verso l’acquisizione di altri F35, che di certo non eccellono per perfezione tecnica e morale. E poco importa se Bersani in campagna elettorale “voleva andare da Obama” per rinegoziare l’impegno sugli F35.

Per contro, anzi, per pro, grazie all’assemblaggio degli F35 la nostra industria riceverà un forte impulso, con conseguente assunzione di addetti. Le famiglie dei lavoratori di Cameri, dove vengono assemblati gli F35, ringraziano.

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  • La povera Italia non brillava nella classifica internazionale sulle democrazie, precipitata per colpa del governo Berlusconi. Un altro pochetto di democrazia se l’è mangiata il governo Monti che nessuno ha eletto, poi ancora un morso il bis di Napolitano, e ora la democrazia rimasta l’ha ingoiata il PD andando a governare con berlusconi, che fino a ieri era il male assoluto e oggi tiene Letta (assieme al ducetto napolitano che crede che l’Italia sia una nazione a governo presidenzialista) per le pallette. La storia degli F35 non mi stupisce, è un tuttuno con lo scandalo della storia kazaka, col PD che difende l’indifendibile Alfano, col non far nulla per tentare di risanare l’economia, col non cambiare la legge elettorale che a sentir i politici sarebbe stata cambiata in un battibaleno già più di due anni fa ormai, col tenersi stretti stretti gli sproporzionati rimborsi elettorali (solo i grillini almeno un segnale cercano di darlo). Siamo in pessime mani

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