Ormai il caso Mirandola ha fatto il giro anche dei media nazionali. Tutto inizia quando sulpanaro.net pubblica in un articolo alcuni post e status di Facebook in cui si accusano i mirandolesi di aver dato il voto al PD alle recenti amministrative nonostante la donazione fatta da Grillo per ricostruire la palestra di Quarantoli, frazione del comune della Bassa. Un’elargizione, è bene ricordarlo, frutto delle donazioni dello Tsunami Tour per le elezioni politiche che il M5S aveva scelto di destinare al comune colpito dal sisma del maggio 2012.
Si scatena la bagarre: da una parte l’indignazione degli utenti – e, ovviamente – del Pd, a cui viene servito su un piatto d’argento l’assist per criticare alacremente la violenza verbale del Movimento – dall’altra i portavoce del Movimento 5 Stelle.
E se Nunzio Tinchelli, candidato sindaco del M5S a Mirandola che è riuscito a raccogliere circa il 12% delle preferenze, prende “la massima distanza da quanto scritto da persone che non conosciamo che non hanno mai fatto parte del nostro gruppo e che a nessun titolo possono parlare per noi”, il deputato finalese Vittorio Ferraresi si spinge oltre dicendo che l’articolo che raccoglie gli insulti della rete al popolo mirandolese è “un esempio al dir poco riluttante di giornalismo (l’articolo firmato da Antonella Cardone apparso su sulpanaro.net, ndr) fatto unicamente per colpire il M5S al ballottaggio di Modena”. Qualcuno pensa che i profili da dove provengono gli insulti siano fake e troll (anche se, purtroppo, data la quantità dei commenti, questa versione appare poco convincente), Ferraresi arriva comunque dritto al punto della questione “Davvero si pensa che questo tipo di persone rappresentino le idee del M5S? No, non lo si pensa, ma serve farlo pensare agli elettori che vanno a votare.”
Ecco, la questione è tutta qui. Un conto sono gli insulti di pochi e ingenui commentatori, un’altro è la posizione ufficiale del Movimento, che tramite i suoi esponenti in parlamento si batte per una ricostruzione della Bassa liberata dalla burocrazia Errani.
La storia potrebbe – e dovrebbe – finire finalmente qui. Poi oggi ci pensa Roberta Lombardi, capogruppo (almeno formalmente) del M5S alla Camera. In un’intervista a intellegonews.it, poi rilanciata dalla pagina Facebook della stessa deputata, Lombardi alla domanda “Caso Mirandola. Cosa ne pensa degli insulti in rete degli attivisti del M5S?” la deputata replica “La beneficenza si fa senza volere nulla in cambio, altrimenti è voto di scambio.” e qualche battuta dopo aggiunge “E’ anche vero che la gratitudine non è di questo mondo”.
Non si capisce cosa intenda l’onorevole quando fa riferimento alla gratitudine legata al caso Mirandola. Ma tra le righe si può cogliere che se “la gratitudine non è di questo mondo” non alberga certo a Mirandola né tanto meno tra i suoi cittadini. Parole che lasciano un po’ di amaro in bocca. Non sarebbe stato più semplice condannare – e quindi delegittimare – questi commenti figli della più becera f(e)accia dell’Italia piuttosto che dare addito ad ambigue interpretazioni? Alla rete l’ardua sentenza.