Strada buia, notte inoltrata.
La nebbia ricopre ogni cosa rendendo tutto sbiadito e sfuggente. Un grido squarcia improvvisamente il silenzio. Tipica situazione che permette l’entrata in di un eroe mascherato, si chiami questo Spiderman, Batman, Superman o qualsiasi altro giustiziere delle tenebre. Di giorno in un modo, di notte in un altro.
Persone comuni, con lavori comuni nella quotidianità, si trasformano nei protagonisti indiscussi delle vicende più improbabili rischiando la propria vita per salvare quella degli altri. Ma per farlo devono indossare una maschera. Vivere la vita come un inganno, è questo per loro il prezzo da pagare per la vittoria del bene. Ma quando Batman è soltanto Bruce Wayne, è allora che impersona una parte?
Probabilmente il signor Wayne si sente un eroe in ogni caso, perché sa chi si nasconde sotto le mentite spoglie dell’eroe mascherato, ma per il resto del mondo rimane un miliardario impegnato in investimenti e appuntamenti galanti. Quando indossa la maschera da pipistrello, però, compie una sorta di autorivelazione. Ma come, allora le maschere svelano la nostra reale identità pur nascondendoci?
A parte il fatto che ancora non mi spiego come gli ingenui concittadini di questi eroi non si rendano conto che il loro vicino di casa esca nel cuore della notte a sventare crimini e salvare il mondo, non posso far altro che sdoganare questi miti e contraddire la visione del travestimento come strumento di espressione. Credo che il loro alter ego non sia la loro realtà, che non c’entri nulla con la riappropriazione di se stessi. Senza il mantello, una Bat Mobile o una “S” cucita sul petto, questi fantomatici eroi sono esattamente uguali a noi.
Per compiere grandi imprese devono diventare qualcun altro stando attenti che questa doppia personalità non prenda il sopravvento. Non fraintendetemi, provo molta simpatia per il Cavaliere Oscuro e le sue imprese, quello che metto in discussione è l’uso di una maschera, che nell’ordinario comune è un elemento identificativo degli eroi, ma che se ci riflettiamo è limitante ed è quasi come se non ci si potesse mostrare, come se non potessero essere riconosciuti il volto e gli occhi di chi si ribella.
Le maschere ci fanno apparire in un modo diametralmente opposto, le maschere ci ingannano e ci trasformano; portano con sé personalità irrazionali e contorte e, diciamoci la verità, ne abbiamo abbastanza delle nostre. Indossiamo una maschera quando non vogliamo mostrarci per quello che siamo realmente e quando crollano le barriere dietro le quali ci nascondiamo non sappiamo più a cosa appigliarci, quasi ci mancasse l’ossigeno.
Certo non è sempre negativo cercare un rifugio, sia per orgoglio o per riservatezza. In più c’è qualcosa di intrigante nel nascondere pur sapendo di mostrare, nel mantenere quel velo di mistero. Quando si vuole veramente vivere, tanto da impazzirne, tanto dal non tirarsi indietro di fronte a nulla, è un atto di vigliaccheria nascondersi dietro un banalissimo scudo solo perchè ci rendiamo conto che l’apparenza di noi stessi è filtrata dallo sguardo degli altri e che non c’è altra verità al di fuori di quella proiettata infinitamente dagli specchi sociali. Si rischia di ritrovarsi a pensare di non potersi più togliere la maschera di fronte a nessuno, perché la si è indossata troppo a lungo o perché non c’ è nessuno disposto a guardarci negli occhi senza.
I Veri Eroi non indossano maschere.

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